Rifugio Cristina e laghi di Campagneda 20.08.2014
Escursione col "Vecchio Scarpone" del Cai Vaprio. Entrati in Sondrio si prende a sinistra (venendo da Lecco-Colico) per la Val Malenco raggiugendo in circa un’ora Lanzada e indi Campo Moro dove parcheggiamo in una grande area sosta e prendere un buon caffè nei contigui rifugi Poschiavino o Zoia . Vediamo subito i cartelli per il sentiero dei Laghi di Campagneda e per il rifugio Cristina, il sentiero sale subito deciso tra gradoni pietrosi e presto, davanti a noi, grandiosi lastroni di granito sovrastano con la loro enorme mole l’escursionista ammirato. Questi lastroni sono famosi per le innumerevoli vie di palestre di roccia dai fantasiosi appellativi: "Donna schiava, stira e lava"...“Bingo, bongo, ecc...”. In piacevole e facile salita tra radi pini e grandi rocce raggiungiamo l’Alpe Campagneda e poco più in su il Rifugio Ca’ Runcash e proseguendo dietro il rifugio prendiamo su labili ma visibili tracce il sentiero per i laghi di Campagneda che ben presto vengono raggiunti senza fatica. Dopo la visita ai due laghetti riscendiamo al bivio (cartelli) per il rifugio Cristina. Percorriamo un vasto e bellissimo altopiano ai piedi dello splendido Pizzo Scalino, oggi coperto da solide nubi, e dopo un tranquillo e idilliaco tragitto in piano tra pascoli, ruscelli, laghetti e acquitrini ecco che la bandiera italiana del Cristina fa capolino dalle rocce. Arriviamo all’Alpe Prabello, un caratteristico borgo d’altura con deliziose baite in pietra ristrutturate decisamente molto bene. Il posto è davvero magnifico e la fama di questo ambiente è sicuramente ben meritata. Al rifugio Cristina una buona polenta con spezzatino, un bicchiere di Valtellina, un genepì a fine pranzo rimettono in moto le gambe per il ritorno. Ma occhio a non farvi pelare, i prezzi sono salati, da ristorante del centro città! |