Moggio-Piani d'Artavaggio_200520
In questi tre mesi di quarantena per il maledetto virus, sempre in casa, ho fatto un sacco di lavoretti che aspettavano da tempo; sistemazione libreria, documenti in ordine, ho fatto il pane, poi stuccature, avvitature, taglio a riga e squadra della siepe di lauro, taglio piante, rasatura prato - e che ca...mi diceva l'erba, fammi crescere ancora un pò, mai rasato l'altro ieri!...- e tante altre cosette utili al ménage familiare. Però avevo un chiodo fisso e non vedevo l'ora di respirare grandi spazi. Finalmente arriva il momento tanto agognato, ma dove andare? Ai Piani d'Artavaggio sono stato cento volte ma sono sempre salito con la funivia, mai a piedi da Moggio...buona idea per allenarsi! Arrivo a Moggio e parcheggio nello slargo che si trova alla prima curva verso il Culmine, appena dopo la funivia, ci sono due grossi camion carichi di tronchi, ma c'è posto in abbondanza. Il sentiero (724-C) per i Piani inizia quì, sorpasso un paio di fontane con panche per il pic-nic, alla mia destra scroscia il torrente Vallone che mi fa compagnia fino a quota 1090 circa. Fino ad ora è stata una tranquilla passeggiata in piano, ora il sentiero lascia il torrente, si impenna e poco più in alto a quota 1120 vedo un bivio segnato con due cartelli gialli, prendo a destra ma ben presto la traccia scompare, torno sui mei passi, prendo a sinistra su traccia ben segnata, le gambe ora fanno male. Arrivo ad una zona di verdi pratoni dove sorge l'ormai quasi rudere dell'ex rifugio Casari (o Baitello Vallone). Ancora poco e esco fuori dal bosco, ecco i verdeggianti Piani d'Artavaggio con tanti fiori colorati che fanno allegria, mi guardo intorno respirando a pieni polmoni, e sorridente dopo i tre mesi di inattività raggiungo la chiesetta dove mi aspetta il giusto ristoro. Essere quì pare un miracolo! Che bellezza! Il giorno dopo ho un mal di gambe tremendo, però mi sono tolto il chiodo fisso che avevo in testa, maledetto virus! I dati: Distanza 11,2 km Tempo 5:30 hr. Ascesa 925 m. Alt.max 1642 m.
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