Culmine di S. Pietro-P. Artavaggio 10 02 16
Probabilmente una tra le più belle ciaspolate degli ultimi tempi. Usciti dalla galleria del Lupo dopo Lecco eccoci alla rotonda di Ballabio, proseguendo sulla provinciale, alla rotonda del negozio Alva (ottima la bresaola) giriamo a destra e saliamo verso Moggio, passiamo davanti alla funivia per i Piani d'Artavaggio e proseguiamo per Vedeseta. Appena dopo il paese di Moggio la strada è coperta di ghiaccio e neve, un grosso spazzaneve ci apre la strada fin quasi al Culmine, ci fermiamo in uno spiazzo* e con qualche difficoltà per la neve alta, riusciamo a parcheggiare per bene la Suzuki Jmny, da questo spiazzo inizia una carrareccia chiusa con una sbarra. La carrareccia sale dolcemente attraversando un bel bosco di faggi (che manterrà un dislivello pressochè costante fino ai Piani), tra le chiome degli alberi fanno capolino belle viste sulla Valsassina e sullo Zuccone Campelli. Usciti dal bosco impetuose raffiche di vento sollevano nuvole di neve che ci precipitano addosso, in lontananza il sempre bellissimo Sodadura fuma di neve come una teiera sul gas. Si apre a questo punto un panorama fantastico; un mare bianco di ondulati panettoni di neve intonsa, il triangolo lucido del Sodadura, là in fondo, pare una strana piramide egizia fuoriposto, la neve sui faggi ricama riccioli sui rami come un merletto, il bosco è incantato... pare di stare in un documentario della BBC sui parchi Canadesi d'inverno! Arriviamo in vista dei Piani d'Artavaggio, e con un'ultimo sforzo, - sono più di tre ore che ciaspoliamo nella neve - arriviamo al rifugio Casari. Messe le gambe sotto il tavolo premiamo la nostra mattiniera fatica con un piatto di ottimi pizzoccheri, fatti come si deve, e complimenti al cuoco del Casari perchè in zona nè pizzoccheri, nè gnocchi sono fatti così bene (per esperienza diretta!) I dati: Distanza Km 15,7 Ascesa 729 m. Tempo 7:34 hr *circa 5 curve prima del Passo del Culmine |