Rif.Calvi-Lago dei Curiosi-Lago Cabianca-Lago Fregabolgia_250719_2° Giorno
Oggi è giovedì, mi pare un pò strano aprire la finestrella verde di metallo con vista sul Madonnino e il Cabianca, che meraviglia! Il tempo è buono, c'è perfino il sole per il programma di oggi che prevede la visita ai laghi. Dopo una buona colazione lasciamo il rifugio Calvi scendendo verso il baitello sotto al rifugio, il cartello ci da l'invito per il lago dei Curiosi, il Cabianca, il Fregabolgia, (210A) non c'è indicazione per il lago Zelto che vorremmo però raggiungere. Attraversiamo un bellissimo pianoro e dopo un'oretta di cammino arriviamo al cartello per il lago dei Curiosi, probabilmente chiamato così perchè devi andare e tornare indietro per lo stesso percorso, devi proprio andartelo a cercare insomma, un lago per i curiosi! Bene eccoci quì con il Madonnino che si riflette nelle tranquillissime acque del laghetto, un paio di foto e torniamo indietro a prendere la traccia per il lago Cabianca. Ogni tanto guardo indietro e mi sembra incredibile che siamo arrivati dal passo Selletta che si intravede in grandissima lontananza dietro di noi (vedi foto). In un paesaggio veramente selvaggio e spettacolare, con la gigantesca scenografia del Madonnino e del Cabianca sopra di noi, arriviamo al lago, qualche sprazzo d'azzurro permette una buona foto, dall'altra sponda scende ancora un piccolo nevaio, facciamo sosta sui comodi lastroni per un panino insieme a tanti pesciolini (trotelle?) che sguazzano tranquilli a pelo d'acqua. Fin quì il percorso è segnato da bolli rossi e la traccia è sempre ben evidente, ma passato il lago Cabianca dopo un'ultima pozza, ci coglie l'imbarazzo, non ci sono segni che indichino il prolungamento del sentiero per il lago Zelto, solo qualche sbilenco ometto di sassi. Stiamo a sinistra e proseguiamo superando con attenzione un grande ghiaione perchè sulla salita in alto vediamo una sottile traccia di sentiero che ci invoglia ad andare avanti. Superati gli antipatici massi eccoci su un balcone dove vediamo laggiù in basso il lago Zelto, in realtà fatto di due bacini, nel primo un nevaio entra nel lago. C'è però un'altro grande ghiaione che scende alla nostra ipotetica meta, non ci sono segni nè ometti. Con rapido consulto non rischiamo la discesa, torniamo indietro per il ghiaione appena fatto, decidendo infine di arrivare al bivio con cartello Cai che indica il Fregabolgia e da lì scendere a Carona per il sentiero estivo. Arriviamo al cartello e iniziamo la discesa, veramente ripidissima per il primo pezzo, la diga del Fregabolgia è già ben visibile in lontananza come un dritto righello tra il grigio e il verde, un'altra oretta in discesa ed eccoci sulla rettilinea superficie. Prendiamo il sentiero estivo del Calvi e dopo l'interminabile discesa ecco finalmente le rassicuranti casette di Pagliari, attraversiamo il ponte sul Brembo e con ultimo, titanico sforzo saliamo la gradinata che ci porta nel paesello dove beviamo avidamente nella fresca fontana. Ce l'abbiamo fatta. Due giorni veramente memorabili! I dati: Distanza 12,6 km Tempo 7:20 hr. Ascesa 589 m. Discesa 1415 m. Alt.max 2185 m.
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