Bocchetta di Desio 18.10.2013
E’ davvero incredidibile come, appena lasciata la strada asfaltata, la natura ti colpisca con la sua bellezza. Al culmine di San Pietro, appena metti piede fuori dalla macchina il paesaggio che vedi ti affascina immediatamente; da una parte l’inconfondibile sagoma del Resegone, dall’altra lo Zuccone Campelli, tutt’intorno un mare di verde pennellato su dolci rilievi. Il sole sta sorgendo e colora di giallo i prati intorno. Dal bar-albergo Culmine di S. Pietro ci incamminiamo per la larga carrareccia che ci conduce in piano prima all’agriturismo Stella Alpina (ristorante con vendita caprini), poi ad un maneggio e poco più avanti a seconde case (tristemente vuote e chiuse) ricavate dalla ristrutturazione dell’ex colonia Brioglio. Proseguiamo incrociando anche alcuni bikers, ad un bivio prendiamo la strada in salita delimitata da una sbarra (cartelli Cai). Dopo un’ora circa di passeggiata quasi in piano dal Culmine, arriviamo ad alcuni ruderi di una cascina, quì inizia il sentiero 32 in decisa salita alla nostra destra (cartelli Cai). Dopo qualche tempo la traccia di sentiero si fa difficile da individuare, arrivati alla sommità di una gobba prativa delimitata in cima da due faggi bisogna prendere la quasi invisibile traccia che piega a destra, senza prendere la traccia di fronte perchè ben presto muore nel bosco. Procediamo fino ai ruderi delle casere di Muschiada, bellissima la vista sulla Valsassina. Anche quì porre attenzione al sentiero. Uno scolorito segnale a vernice sui ruderi ci indica l’ormai invisibile sentiero per creste. Arrivati alla sommità delle creste prative ecco che il sentiero ridiventa ben visibile fino alla bocchetta di Desio con i ruderi della cascina Pranura. Il Due Mani è di fronte a noi, imponente nonostante i suoi poco più 1600 metri. Per la cima proseguire seguendo rari segni rossi che si perdono all’interno del bosco. |