Rifugio Tagliaferri_250919
Non è difficile, non è pericolosa, ma è lunga e impegnativa. E' per tanti, ma non è per tutti, è l'escursione al Rifugio Tagliaferri. Siamo nella bella Val di Scalve, l'abbiamo raggiunta scendendo dal Passo della Presolana, poi direzione Schilpario e, in frazione Ronco, appena dopo il ponte giriamo a sinistra verso il ristorante Vò e Rifugio Tagliaferri (cartelli). Lasciamo le auto in un ampio spiazzo poco prima del ristorante e ci incamminiamo nella bella pineta. Attraversiamo un primo ponte con corrimano scuri e al bivio per le cascate del Vò attraversiamo un secondo ponte con corrimano chiari. Dopo un'oretta di bosco gli alberi ci lasciano e finalmente vediamo le montagne tutt'attorno a noi nell'ampia Valle del Vò, alla nostra destra scorre allegro il torrente Vò, indietro si possono ammirare, lontani ma imponenti, il Pizzo Camino e il Monte Sossino. Raggiungiamo per bei pratoni verdi la Malga Venano e sempre in moderata salita una seconda baita posta all'inizio di un grandissimo altopiano circolare. Seguiamo il sempre ben visibile sentiero e con ampio giro in piano raggiungiamo la salita, ora tra le rocce, che ci condurrà al Rifugio Tagliaferri, la cui bandiera tricolore è già visibile dal basso. Sembra vicina ma presto ci accorgiamo del lungo tira-molla dei tornanti. Ora la bandiera si avvicina, ora si allontana, poi si allontana ancora, poi si avvicina, in un paesaggio che lascia il verde dei prati ai toni autunnali, saliamo con fatica in questo bellissimo paesaggio selvaggio, e la bandiera è sempre lì. Con lunghi traversi e qualche catena che ci fa attraversare qualche punto antipatico-simpatico, ecco che finalmente, al chilometro 11 segnato a vernice su un masso, ci vengono incontro il verde, il rosso, e il bianco della bandiera. Siamo arrivati, dopo cinque ore di bella salita. Ad accogliere il gruppo Oltreconfine ecco il signor "Cesco" Tagliaferri, da ben 34 anni gestore del rifugio, fratello di quel Nani Tagliaferri perito in un incidente alpinistico in Perù. Proviamo la famosa cucina del Cesco: spaghetti al pesto, mezze maniche all'arrabbiata, spezzatino con polenta (ottimo), e fettine di carne dal sapore fresco e stuzzicante, una specialità del Cesco, buon vino e una serie incredibile di grappe, alla liquerizia, al mirtillo, alla ruta... Bisognerebbe provarle tutte, ma ci aspettano altre quattro ore di discesa, verbotten! La nebbia e un'allegra pioggerella ci fanno compagnia al ritorno, con un'ultima sosta alla bella cascata del Vò per qualche scatto di fine giornata. Rientro a Cernusco col buio. I dati: Distanza 23 km Tempo 10:07 hr. Ascesa 1488 m. Alt.max 2339 m. Cliccando sulla foto in alto l'interessante storia del Rifugio Tagliaferri
|