Rifugio Cavi sent. 213_anello 03 06 15
Informo subito chi mi legge che questa è una bellissima escursione non particolarmente difficile, ma molto lunga e con notevoli dislivelli, che necessita di parecchio tempo per essere percorsa interamente. Gambe e il fiato devono essere allenati per bene! Partiamo alle 9 dal parcheggio del lago di Carona (tiket auto di 2 € per tutto il giorno), prendiamo il sentiero 211 per i Laghi Gemelli e saliamo nella bella pineta, subito con fatica sul ripido sentiero che ci porta dopo un paio d'ore al bivio del sentiero 213 per il rifugio Calvi (cartello Cai). Immediatamente il percorso cambia; siamo in costa alle rocce a strapiombo sulla valle, ponticelli, percorsi in cemento, brevi e buie gallerie ci fanno avanzare sul 213. In una alternanza di su e giù siamo ammirati dall'avventuroso cammino e dallo spettacolare panorama che abbiamo davanti, col Pegherolo protagonista della scena. Dopo circa 2,45 ore dalla partenza arriviamo alla diga e lago di Sardegnaga col Pizzo del Becco ancora innevato che si specchia nelle profonde e scure acque del lago. Già fermarsi al lago di Sardegnaga può essere un'ottima meta per una gita di gambe meno allenate delle nostre. Una breve sosta è d'obbligo con rifornimento borracce alla simpatica fontana di legno. Seguiamo il cartello rosso che indica la direzione per il Calvi. Il sentiero sale rapidamente, si riprende a sudare copiosamente, dopo circa tre quarti d'ora di fatica arriviamo ad una selletta ombrosa dove ci fermiamo per la sosta panino. Da questo punto in lontananza si può vedere il rifugio Longo e a destra la grande diga di Fregabolgia. Abbiamo ancora tanta strada da fare per il Calvi! Scolliniamo di qualche centinaio di metri, il sentiero attraversa quasi in piano, con qualche su e giù, prati e ghiaioni, arrivando ad una bella presa d'acqua con laghetto per poi congiungersi, dopo innumerevoli paesaggi bucolici, con la cementata che proviene da Carona. Saliamo per la cementata per l'ultimo tratto che ci condurrà al rifugio Calvi. Davanti a noi presto vediamo l'imponente muro della diga di Fregabolgia, con un'ultimo sforzo facciamo i gradini che ci permettono di salire sopra la diga. Fortunatamente ora il percorso è in piano e costeggia il lago ora in secca. Il paesaggio, seppur ben conosciuto, è sempre straordinario; il Madonnino e il Cabianca si riflettono imponenti nelle acque del lago. Arriviamo quasi di corsa al Calvi purtroppo ancora chiuso, mezz'oretta di sosta, autoscatto al gruppetto dei Gitanti Gioiosi e ritorno per la comoda cementata, ora tutta in discesa. Passiamo il lago del Prato e parecchio più avanti la sempre bellissima cascata della Val Sambuzza che ci rinfresca la pelle matida di sudore. Siamo in vista di Pagliari e là in fondo ecco Carona, ci consola vedere il paese perchè siamo stanchi e non vediamo l'ora di sederci in auto, cosa che facciamo con piacere, dopo aver attraversato le vie del borgo, alle 18,20. Bella escursione ma parecchio lunga, adatta a gambe allenate. I dati: Distanza: 23 km Dislivello: 1679 m. Tempo: 9,30 hr.
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