Rifugio Benigni 21 06 17
"Dai, domani dove andate di bello?". La mia risposta lo ingolosisce. "Vengo anch'io insieme a Sandro". Così, ci ritroviamo in otto, con tre auto, alla macchinetta per il ticket poco dopo Cusio. Fatte le presentazioni per chi non si conosce e acquistato il biglietto (2,50 euro) per il transito (gratis fino al colle della Maddalena) proseguiamo tutti quanti sulla strada per i Piani dell'Avaro fino alla curva Sciocc, inizio dell'escursione per il rifugio Benigni. Camminiamo in tranquilla salita sul bel sentiero nel fresco del mattino e in breve raggiungiamo la casera Valletto, ancora chiusa e poi, dopo aver attraversato il vallone, con salita più decisa, ci riforniamo d'acqua alla fonte San Carlo. Ora il sentiero si fa più ripido e tortuoso fino a raggiungere la Valle Salmurano dove spiana per verdi pascoli, imponenti sono di fronte a noi le bastionate rocciose che finiscono con la cima Piazzotti, sopra le nostre teste vediamo il passo Salmurano che divide la Val Brembana dalla Valtellina. Arriviamo al famoso e chiaccherato "canalino" che incute qualche paura, ma non c'è niente di difficile, è come salire per le scale, qui fatte di grandi pietroni, e pian piano, un passo dopo l'altro, ecco che i cento metri di dislivello del canalino si fanno tranquillamente, senza quasi usare le mani per tirarsi su. Qualcuno pensa di essere già arrivato al rifugio, ma ci aspettano ancora circa 150 metri di dislivello per raggiungere il Benigni che vediamo con gioia superata l'ultima bastionata rocciosa. Il giusto premio per gli escursionisti è l'ottima pastasciutta al sugo di lepre della cuoca e rifugista Elisa inaffiata da un buon rosso della Valtellina offerto da Luigi per festeggiare l'onomastico. Veloce ritorno per la strada dell'andata senza fare il solito anello, onde evitare la pioggia preannunciata da grigi e densi nuvoloni. I dati: Distanza 9,8 km. Tempo 6:45 hr. Ascesa 1026 m. Altezza max 2218 m.
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