Albenza Tour_Anello_160720
Dopo l'elenco che gli propongo delle possibili escursioni "morbide" da fare per riprendere la gamba dopo i tre mesi di inattività causa covid, Giovanni decide per il Linzone, escursione tranquilla che lui non ha mai fatto partendo da Roncola. La mattina dopo lo passo a prendere a Cassina e poi filiamo in autostrada per Dalmine, il traffico sulla SS470 è finalmente scorrevole, in un batter d'occhio eccoci al parcheggio del cimitero di Roncola, il sentiero 571 parte proprio da quì. Giovanni scalpita. Saliamo tranquillamente sul 571 che ho fatto ormai tante volte, superiamo la manica a vento, il sasso col buco detto "la sedia del Re", poi la Madonnina Gam, e lasciato il bosco eccoci sui vellutati pratoni verdi che ci conducono, con un pò di affanno, in cima al Monte Linzone, la cima più alta della dorsale dell'Albenza (1392 m). Purtroppo di vista ce ne poca, le Orobie si nascondono dietro un velo semitrasparente di nuvole, non si vede nemmeno il Resegone, che è proprio lì vicino. Ovviamente è ancora presto, decidiamo di andare avanti verso il Monte Tesoro, camminiamo sul bel tratto di sentiero che arriva fino al Passo di Valcava tra roccette, prati verdi e le antenne radio che ci fanno alzare il naso all'insu. Arrivati al Passo, torniamo indietro cambiando sentiero, seguiamo un cartello Cai che ci indica il sentiero basso per il Linzone. Il sentiero corre parallelo al sentiero alto, più in basso, in costa e praticamente pianeggiante, tra verdi prati e cespugli rigogliosi, la traccia però finisce in un grande pratone verde, siamo costretti a salire a riprendere il sentiero già fatto all'andata. Ritorniamo in cima al Linzone e da lì scendiamo alla chiesetta per il panino di mezzogiorno, scavalchiamo la transenna per trovare una seduta libera dalle migliaia di palline nere di capra che invadono il Sacro Luogo. All'andata avevamo attraversato sulla cima i verdi panettoni, ora scendiamo per il sentiero basso, riprendiamo poi il percorso dell'andata, ma arrivati alla Madonnina Gam poco dopo la freccia che la indica, su un sasso poco distante (vedi GPX), prendamo il 571 A, per arricchire con un'altro percorso un poco più avventuroso l'escursione di oggi. Subito capiamo che il 571 A non ha niente a che fare col 571 fatto in andata; la traccia è labile, le roccette da attraversare sono tante e alcune taglienti come lame, in alcuni punti è strapiombante, ogni tanto sui massi sono infissi anelli appena messi per future catene, scendiamo con grande attenzione, il sentiero è certamente classificabile come EE. Quando le rocce finiscono, inizia il bosco, però la traccia del 571 A non c'è, decidiamo di scendere dal bosco e uscire sul ghiaione. La discesa è molto ripida, ci attacchiamo ai rami che spesso rimangono in mano, sono vecchi e marci, poi nel ghiaione è ancora peggio, i sassi traballano instabili, ci mettiamo parecchio a scendere, cadere sarebbe rovinoso. Consulto il VR, ci siamo, ecco finalmente una bella traccia di sentiero che ci riporta facilmente e in piano sul percorso dell'andata. Proprio un bel Tour questo dell'Albenza, ideale per rimettersi in forma, ma non è per niente morbido, anzi l'ultimo tratto del 571 A dalla Madonnina fin giù è piuttosto duretto, bravo Giovanni! I dati: Distanza 10,9 km Tempo 6:04 hr. Ascesa 797 m. Alt.max 1414 m.
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